L’istituto giuridico del c.d. Whistleblowing è stato introdotto in Italia con la legge 6 novembre 2012, n.190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” il cui articolo 1, comma 51, ha inserito, nell’ambito delle disposizioni contenute nel d.lgs. n. 165/2001 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze pubbliche”, l’art. 54-bis che prevede una specifica tutela del dipendente pubblico – c.d. Whistleblower - che segnala condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro.
Il testo dell’art. 54-bis è stato modificato prima dal decreto-legge n. 90/2014 (con l’individuazione anche dell’ANAC quale soggetto destinatario delle segnalazioni di Whistleblowing) e successivamente dalla legge n. 179/2017. Tra le modifiche di maggior rilievo apportate dalla legge si ricordano quelle sull’ampliamento dell’ambito soggettivo di applicazione dell’istituto, sulla valorizzazione del ruolo del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) nella gestione delle segnalazioni, sul sistema generale di tutela e protezione del segnalante (garanzia di riservatezza sull’identità, protezione da eventuali misure ritorsive adottate dalle amministrazioni a causa della segnalazione) e, infine, sulla qualificazione della segnalazione effettuata dal Whistleblower come “giusta causa” di rivelazione di un segreto d’ufficio, aziendale, professionale, scientifico, o industriale o di violazione del dovere di lealtà e fedeltà.
Nella cornice normativa così sinteticamente descritta è intervenuta la Direttiva n.2019/1937 che ha introdotto, per tutti gli Stati membri, una disciplina per la protezione dei Whistleblowers (o “informatori” nella traduzione italiana del testo) all’interno dell’Unione, introducendo norme minime comuni di tutela al fine di dare uniformità a normative nazionali. La direttiva prevede una tutela per il Whistleblower senza differenziazione tra settore pubblico e settore privato per favorire l’emersione di illeciti, commessi non solo all’interno dei c.d. soggetti del settore pubblico ma anche di imprese e aziende private operanti in svariati settori del mercato.
Il provvedimento attuativo della Direttiva (UE) 2019/1937, il d.lgs. 10 marzo 2023, n. 24, - GU n.63 del 15 marzo 2023 - ha raccolto in un unico testo normativo l’intera disciplina dei canali di segnalazione e delle tutele riconosciute ai segnalanti sia del settore pubblico che privato.
Ne è derivata una disciplina organica e uniforme finalizzata a una maggiore tutela del Whistleblower.
Il Whistleblower può segnalare al Responsabile per la prevenzione della corruzione (RPCT) le violazioni di disposizioni normative regionali, nazionali ed europee, intese come comportamenti, atti od omissioni che ledono l'interesse pubblico o l'integrità dell'Amministrazione, ivi inclusi episodi di molestia, violenza o discriminazione, di cui sia stato vittima o di cui sia venuto a conoscenza nel contesto lavorativo.
La segnalazione deve riguardare una delle seguenti circostanze:
La segnalazione deve essere corredata da una descrizione della violazione e supportata da idonea documentazione o da informazioni concrete, precise e concordanti che consentano lo svolgimento delle verifiche istruttorie da parte del RPCT.
Il canale di segnalazione Whistleblowing non è utilizzabile per le contestazioni, rivendicazioni o richieste legate a un interesse di carattere personale del segnalante, che attengono esclusivamente ai propri rapporti individuali di lavoro o di impiego pubblico con l’Amministrazione o con le figure gerarchicamente sovraordinate.
Non è inoltre ammessa la segnalazione al RPCT di questioni attinenti ad altri enti.
Non sono inoltre ammesse segnalazioni relative agli iscritti nell’albo o nell’elenco speciale riferite alla deontologia professionale. Per queste ultime, è necessario indirizzare la segnalazione alla Segreteria del Consiglio di Disciplina.
A tale proposito, ricordiamo che gli esposti nei confronti degli Iscritti all’Ordine di Roma possono essere trasmessi a mezzo PEC al seguente indirizzo dedicato consigliodisciplina@pecodcec.roma.it.
Possono segnalare tramite il canale Whistleblowing i dipendenti dell’Ordine, i lavoratori autonomi, i collaboratori, i liberi professionisti e i consulenti, i volontari e i tirocinanti anche se a titolo gratuito che prestano la propria attività presso l’Ordine.
Le segnalazioni anonime sono prese in considerazione dal RPCT solo se adeguatamente circostanziate, in maniera tale da far emergere fatti e situazioni relazionandoli a contesti determinati. Il segnalante anonimo non beneficia di alcuna tutela in caso di ritorsioni.
La segnalazione può essere effettuata:
Per inviare la segnalazione RPCT dell’Ordine è possibile utilizzare le seguenti modalità:
La segnalazione mediante posta elettronica, sia essa personale o istituzionale, ordinaria o certificata, non è prevista in quanto non in linea con i migliori standard di protezione dati mediante cifratura del dato.
Utilizzo della piattaforma informatica
L’Ordine ha selezionato la piattaforma informatica “WhistleblowingIT” realizzata da Transparency International Italia e Whistleblowing Solutions Impresa Sociale S.r.l. attraverso il software GlobaLeaks. La piattaforma utilizza strumenti di crittografia per garantire la riservatezza dell’identità del segnalante e per il contenuto delle segnalazioni e della relativa documentazione.
Le caratteristiche di questa modalità di segnalazione sono le seguenti:
Trasmissione a mano o tramite servizio postale
Trasmissione tramite servizio postale o consegna a mano in plico chiuso e sigillato all’attenzione del RPCT dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili – Piazzale delle Belle Arti 2, 00196, Roma - specificando nella busta la dicitura RISERVATA PERSONALE e avendo cura di NON indicare i propri dati personali sul plico esterno, possibilmente utilizzando il seguente modulo in allegato.
Segnalazione verbale al RPCT
Nel caso il segnalante preferisca riferire verbalmente i fatti al RPCT questi provvederà personalmente, con la massima discrezione, a identificare il segnalante e riportare per iscritto il contenuto della segnalazione.
Infine, è possibile utilizzare i canali della segnalazione interna, per denunciare episodi di molestia, violenza o discriminazione. Il Consiglio dell’Ordine per la trattazione di tali segnalazioni ha nominato un Consigliere di fiducia. In caso di segnalazioni riguardanti episodi di molestie o violenze, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), quale destinatario delle segnalazioni, provvederà a inoltrarle al Consigliere di fiducia. Il segnalante in caso di trasmissione a mano o tramite servizio postale e in caso di segnalazione verbale potrà rivolgersi direttamente al Consigliere di fiducia, con le modalità indicate nel "Regolamento per la prevenzione, il contrasto e la segnalazione delle molestie sui luoghi di lavoro".
Ai fini della segnalazione tramite piattaforma informatica dedicata, il segnalante dovrà selezionare la tipologia "Violazione di norme comunitarie".
Al segnalante sono garantire le tutele previste dalla procedura richiamata sia in termini di riservatezza sia di divieto di ritorsioni.
Se, al momento della presentazione della segnalazione, ricorrono i presupposti dell’articolo 6 del d.lgs. 24/2023 la persona segnalante può effettuare una segnalazione esterna che consiste in una comunicazione, scritta od orale, delle informazioni sulle violazioni, presentata tramite i canali richiamati sul sito dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Home/Accedi ai servizi/Whistleblowing).
Le segnalazioni devono essere chiare, circostanziate e non sono ammissibili qualora fondate su meri sospetti, voci di corridoio, circostanze generiche e fatti non verificabili. A garanzia della completezza si suggerisce di compilare attentamente la modulistica proposta.
Il segnalante deve indirizzare la segnalazione esclusivamente al Responsabile per la prevenzione della corruzione utilizzando i canali indicati.
Riservatezza (artt. 4 e 12 del d.lgs. 24/2023)
L'identità della persona segnalante, compresa qualsiasi altra informazione da cui possa evincersi anche indirettamente tale identità, non può essere rivelata senza il consenso espresso del Whistleblower, fatta eccezione per le persone competenti a ricevere o a dare seguito alle segnalazioni. Il RPCT, quale soggetto destinatario delle segnalazioni, garantisce la massima riservatezza anche dell'identità delle persone coinvolte e delle persone menzionate nella segnalazione. La segnalazione è sottratta per legge all'accesso documentale e a quello civico generalizzato.
Divieto di ritorsioni (art. 17 del d.lgs. 24/2023)
I segnalanti non possono subire alcuna ritorsione ed è vietato qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione che abbia provocato o possa provocare alla persona segnalante un danno ingiusto.
Il divieto di misure ritorsive e, in generale, tutte le misure di protezione (artt. 16-22 d.lgs. 24/2023) si applicano anche:
La tutela e protezione della persona segnalante non è garantita quando, in correlazione alla segnalazione Whistleblowing, è accertata, anche con sentenza di primo grado, la responsabilità penale per i reati di diffamazione o di calunnia ovvero la responsabilità civile, per lo stesso titolo, nei casi di dolo o colpa grave.
Normativa di riferimento:
Allegati: